Si è detto nella presentazione che Luigi Allavena è un intransigente della pittura e che l'attenzione al dettaglio si manifesta in primo luogo nel rigoroso rispetto della regole prospettiche e soprattutto nell'uso sapiente delle luci e delle ombre.
Si può aggiungere, non ultimo, quel suggerimento ripetuto fino alla noia nelle sue lezioni: ciò che nella realtà caratterizza il contorno di un oggetto è solo il cambio di colore, di tonalità, di luce e non una linea netta e marcata che ne delimita il margine.
Fatte queste premesse si può proporre un confronto tra due acquerelli che raffigurano un pittoresco angolo della città vecchia di Sanremo.
Via Porte Candelieri
Entrambi portano la stessa firma di Luigi Allavena: il primo appartiene alla collezione privata degli eredi del pittore ed è presente anche in un'altra pagina di questa piattaforma, il secondo è stato scaricato dalla rete ed è anch'esso attribuito allo stesso pittore.
Esaminiamo alcuni dettagli del secondo e mettiamoli a confronto con quelli del primo:
Fontana: piatta, ombre prive di sfumature, monotonia del colore, getto d'acqua irriconoscibile.
Finestra: la diversità è più che evidente: il rilievo e la profondità sono completamente assenti.
Archi e scala: prospettiva poco rispettata nelle ombre delle volte. Margini evidenti.
Tetto: non corretta interpretazione della sagoma del cornicione
Staffe: piatte, aggiunte al contesto con un'approssimativa pennellata.
Firma: unico dettaglio riprodotto in modo abbastanza fedele, ma invadente nelle dimensioni e troppo in risalto rispetto alle abitudini del pittore.
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Si potrebbe supporre che il secondo sia un lavoro giovanile dello stesso pittore alle prime esperienze.
Ma osserviamo con attenzione questa marina:
Accanto alla firma compare una data: 24.06.900.
Luigi Allavena ha solo 23 anni, ma la mano è già molto sicura: si può dire anzi che questo esterno evidenzia il rispetto delle regole che si è imposto in misura maggiore di altri realizzati in tempi successivi.
Viene spontaneo a questo punto affermare che i due lavori molto probabilmente non sono stati realizzati dallo stesso pittore.
Si tratta quasi certamente di un'imitazione, ma a che scopo è stata fatta? Se l'autore avesse voluto assumersi i meriti di un artista di fama, avrebbe apposto la propria firma e non quella dell'originale.
Un falso con finalità commerciali? Forse. In ogni caso Luigi Allavena non si sentirebbe gratificato nel sapere che gli è stata attribuita un'opera come questa.